Restauro della macchina processionale a spalla con due dipinti a olio su tela, presso la chiesa Santa Maria Maggiore a Supino

 

Pulitura della superficie decorata finto marmo – La prima operazione è stata quella di recuperare tracce di finiture di finto marmo originale sottostanti agli strati posticci, pertanto sono stati rimossi, a secco con bisturi, gli strati applicati in precedente restauro, di pitture ritenute non idonee.

Consolidamento
La successiva operazione ha riguardato l’adesione di tutti gli assemblaggi in legno della macchina, per mezzo di colla da falegname Vinavil e viti di vario spessore e lunghezze, in funzione di un rafforzamento di tutta la struttura nel suo insieme per garantire le sollecitudini future durante il trasporto in processione della stessa. Per ovviare ad ulteriori attacchi xilofagi è stato applicato un prodotto preventivo antitarlo a base di permetrina. Gli interventi di consolidamento hanno inoltre interessato la pellicola pittorica la quale mostrava difetti di adesione attraverso l’uso di resina acrilica Acril Matt e Primal Ac 33 in soluzione acquosa al 10%. Oltre a tutto è stata rafforzata la base della macchina con l’inserimento all’interno di della parte vuota di elementi in legno massello per aumentare la capacità di assemblaggio tra i singoli pezzi che la compongono. È stato migliorato alla base anche l’appoggio a terra provvedendo ad l’applicazione di un tappo di multistrato e la creazione di tre piedini per evitare che la macchina gravasse direttamente sulle cornici le quali si erano danneggiate precedentemente proprio a causa di questo accorgimento non adottato. Infine son stati ricostruiti ex nuovo degli elementi decorativi mancanti, come alcune cornici sagomate eseguite in legno e bassorilievi eseguiti a stampo.

Stuccatura
Innumerevoli lacune e fessurazioni sono state colmate in parte con l’uso di impasto di colla acrilica Primal Ac 33 e segatura e successivamente rifinite con Colla Gesso di Bologna e Colla di Coniglio. Anche intere superfici di preparazione completamente inesistenti sono state riproposte e una volta asciugate sono state lavorate a livello con carte vetrate di varie granulometrie. La dove si presentavano fessurazioni in corrispondenza degli assemblaggi è stata posta con Colla di Coniglio una tela di rinforzo e poi successivamente stuccata a livello.

Reintegrazione pittorica
L’intera superficie della macchina processionale, dopo il consolidamento, la pulitura e la stuccatura mostrava tutto il suo splendore e suggeriva chiaramente l’intervento finale di ripristino delle policromie mancanti. Sono state reintegrate le parti perdute con l’uso di colori acrilici, imitando a tono gli originali, porzioni di finti marmi, come il rosso antico, il giallo antico, il verde alpi, ecc. Le finiture sono state infine protette con una vernice trasparente.

 

Interventi effettuati sulle tele – Pulitura fronte delle tele

La prima operazione di pulitura è stata la rimozione dello sporco superficiale tramite pennello morbido e aspiratore a bassa potenza. Considerate alcune particolarità a carico della pellicola pittorica, prima di iniziare le operazioni di restauro, sono stati effettuati dei test di pulitura a tampone, con soluzioni acquose applicate e miscelate con pH di polarità crescente per determinare le diverse stratificazioni di deposito di sporco e di vernice soprammessa. Dopo numerose prove hanno portato alla scelta di LA5 che verrà poi gelificato preparando un solvent gel con ligroina al 65% e acetone al 35% (polarità 72). Esecuzione del Solvent gel 100 ml. Acqua costituita da: 35% acetone e 65% ligrolina aggiunta di 20 ml. Etomen, 2 gr. Carbopol. Dopo aver miscelato tutti i componenti sopra elencati si va ad aggiungere qualche goccia di acqua, che va a gelificare la soluzione. Si è poi utilizzata come soluzione di lavaggio una miscela di (80% Ligroina +20% Acetone). L’applicazione del solvent gel è avvenuta a pennello su una parziale zona del dipinto seguita da una rimozione a secco e ad un passaggio con un tampone imbevuto nella soluzione di risciacquo. Nelle zone scure del dipinto si è evidenziata la permanenza di uno strato di vernice e di vecchi ritocchi e quindi è stata eseguita la rimozione con un secondo passaggio con un Solvent Gel di: (40% Ligroina +60% Acetone). Il solvent gel è stato eseguito utilizzando: 4gr. Carbopol, 40ml. Etomen, 90 ml. Ligroina, 110 ml. Acetonalcool. Utilizzando come soluzione di risciacquo LA4 (60% Ligroina +40% Acetone). Puntualmente si sono asportati residui di stesure soprammesse finali con un solvent Gel di LA6, fatto agire per alcuni minuti protetto con un film di melinex, per prolungare il tempo di contatto.

Consolidamento
Dopo aver pulito il retro delle tele, si è andati a consolidarle stendendo a pennello una resina perno plastica di Beva371 al 20% in White Spirit. Per consolidare i dipinti c’è bisogno di posizionare la tela sulla tavola a pressione, ponendo il retro a contatto con il piano riscaldato. Le tele sono state ricoperte con un foglio di Melinex, riscaldando la tavola a una temperatura di 70°C, utilizzando la pompa per il vuoto con pressione a 2bat, per ottenere l’effetto di sotto vuoto. Questo processo ha garantito il consolidamento della pellicola pittorica oltre che a migliorare le condizioni della tela, in modo particolare nella zona in alto a destra dove la superficie pittorica era fortemente crettata e deformata.

Foderatura e ritensionamento
Dopo aver valutato le lacerazioni e un’eccessiva fragilità delle tele, si è dunque deciso di procedere ad una foderatura preparando una tela di lino, bevata a Relazione di Restauro a cura di Marika Panza 7 spruzzo con BEVA al 50% (Beva 50% + white Spirit 50%) e applicarla sul retro della tela a caldo con sistema di tavola a bassa pressione. La fase successiva è stata quella di mettere in tensione nuovamente i dipinti sui telai fabbricati con caratteristiche adattabili alla sede predestinata della macchina processionale.

Stuccature
Nelle zone danneggiate dell’opera è stato necessario intervenire con delle stuccature, per rendere omogenea la superficie per poi essere sottoposta a ritocco pittorico. Le zone interessate a questo tipo di intervento erano localizzate il prossimità della zona bassa del dipinto, nella zona superiore e lungo il perimetro di tutti e quattro i lati. Si è impiegato uno stucco premiscelato a base di gesso e colla pigmentato con colori caldi come le tonalità delle terre. L’applicazione dello stucco è avvenuta con spatole e a pennello a seconda della dimensione della lacuna. Successivamente si è passati alla rasatura e revisione superficiale osservando le integrazioni con luce radente e riproponendo una lavorazione superficiale a imitazione dell’originale.

Verniciatura intermedia
Una volta terminata la realizzazione delle stuccature sul dipinto, si è proceduto con l’applicazione di una vernice intermedia. La vernice è stata preparata con: 2,5 parti di vernice da ritocco e 0,5 parti di White Spirit. È stata applicata sull’intero dipinto tramite pennello di media dimensione ponendo attenzione a non provocare zone di prosciugo. L’operazione di verniciatura è stata realizzata per due volte lungo tutta la superficie, concentrandoci maggiormente nelle zone dove c’era la presenza di stuccature.

Integrazione pittorica
Dopo aver lasciato asciugare la vernice, si è passati ad eseguire l’integrazione pittorica con colori a vernice (mai meri) diluiti con l-etil lattato. L’integrazione è stata eseguita con la tecnica a puntinato, sopra le stuccature presenti nelle parti basse dei dipinti, nella zona superiore e lungo il perimetro di tutti e quattro i lati e in alcuni punti dei personaggi, come parti degli incarnati, per coprire delle piccole abrasioni del colore.

Verniciatura finale
Al termine delle operazioni di reintegrazione effettuate sui dipinti è stata applicata una mano a spruzzo di Vernice protettiva brillante e una mano a spruzzo di Matt Lefranc.

Descrizione e stato di fatto

 

L’intera opera proviene dalla Chiesa di S. Maria Maggiore in Supino (FR). La macchina processionale è realizzata in legno presumibilmente di epoca barocca e di autore ignoto. Il complesso di elementi che la costituiscono si rifà allo stile geometrico degli altari in marmi policromi come pure delle facciate delle chiese. L’impianto architettonico è visibile ambo i lati della macchina, è realizzato in legno e misura circa cm 1,30 x 2,30, ed è composto da un basamento a forma rettangolare la dove sono presenti due fori passanti i quali servono per inserire le stanghe per il trasporto in processione. Il basamento è sormontato da due piedistalli quadrangolari e due colonnine con capitelli, poste alle due estremità in maniera simmetrica. All’interno dello spazio tra le due colonnine sono collocati due dipinti a olio su tela della misura cm 0,69 x 0,97 cadauno, disposti uno contro l’altro. La composizione della macchina termina con un’ architrave e un timpano dove all’interno è rappresentato un sole con un triangolo al centro e la punta dello stesso rivolta verso l’alto. L’emblema è leggibile ambo i due della macchina e si possono attribuire diversi significati tra cui i seguenti: il sole segno rappresentativo di cristo e simboleggia il “nuovo sole” della giustizia della verità. Inoltre la presenza di dodici raggi del sole sono corrispondenti ai dodici apostoli, mentre il triangolo è il corrispondente geometrico del n. 3 e quindi la perfezione, pertanto la divinità, l’armonia e la proporzione. La presenza di ulteriori quattro raggi più corti si può dare il significato dei quattro elementi e cioè fuoco, acqua, aria e terra, oppure il maschile e la divina natura di cristo . La macchina infine risulta arricchita con modanature ed elementi ornamentali di legno intagliato e tutta la superficie termina decorata con finti marmi policromi. Il manufatto di arte sacra è pervenuto a noi in cattivo stato di conservazione. Le vicende del passato hanno lasciato i segni un grave deterioramento e sollevamento delle finiture originali fino alla perdita in parte delle stesse. Una successiva decorazione finto marmo di un vecchio intervento di restauro, sormontava quella realizzata in principio. Gli elementi di legno assemblati tra loro avevano perduto l’adesione e il materiale costituente aveva subito un attacco da insetti xilofagi creando così un indebolimento dell’intera struttura architettonica.
I dipinti olio su tela sono due. Di cui uno raffigura, il “Cristo Pantocratore” e l’altro la “Madonna Incoronata Assunta in Cielo”. Le due opere risultano di autore ignoto ma presumibilmente sono del XVII sec. e si potrebbero attribuire presumibilmente al pittore Francesco da Castello, nome italianizzato Di Franz Van De Casteele o Kasteele (Bruxelles), circa 1544 – Roma, 1621. I dipinti come suddetto sono posti in maniera contrapposta tra loro in modo che durante il trasporto in processione si possono ammirare nel contempo durante il passaggio della macchina.
Il dipinto raffigurante il Cristo Pantocratore appare come nella frase del vangelo in cui Gesù dice di essere venuto a rendere testimonianza alla verità, una figura ieratica, circondata dagli angeli in firmamento , suggerisce l’immagine di un discendere divino dal cielo sulla terra “dimora di Dio tra gli uomini”. Il Cristo funge da mediatore tra terra e cielo, Dio e gli uomini. Infatti“Fatto uomo, io che ho creato l’uomo e divento Redentore di chi ho creato; incarnato, giudico la carne; Dio, giudico i cuori”. C’è poi chi ha calcolato che l’immagine occupa i tre quarti dello spazio, uno sfondo di luce sfavillante. Osserviamo ora il Cristo. Le mani. La sinistra regge il vangelo aperto e se ne vedono quattro dita: tutta la terra ascolta e si confronta con la Parola fattasi carne umana e indica il seguente verso del capitolo 8 del vangelo di Giovanni: “ego sum lux mundi, veritas, via et vita”. Tradotto: Io sono la luce del mondo. Chi segue me non cammina nelle tenebre ma avrà la luce della verità e della vita”; la mano destra sollevata indica, invece, nel contempo, il mistero della Trinità (tre dita che si toccano) e l’umanità e divinità di Gesù, sottolineate dall’anulare e dal mignolo uniti. mentre la croce gemmata dell’aureola mi richiama la divinità di Gesù. La veste di colore rosso simboleggia la correlazione tra le vesti dei Re: Gesù è visto come Re dell’intero creato, in quanto figlio di Dio. Il manto blu emblema dell’immortalità e l’abito pontificale rivelano che Gesù è sommo sacerdote e profeta. Il volto. È di una espressione penetrante, uno sguardo non immobile e fisso ma quasi alla ricerca dell’intimo dello spettatore. I capelli sono fluenti, come dei fiumi che scendono dall’alto, la barba è compatta.
Il dipinto raffigurante la Vergine incoronata dagli Angeli. Lei rappresentata con le braccia aperte la dolcissima madre degli uomini, profondamente partecipe della loro storia e che mostra loro il figlio che è la parola che salva. La Vergine incoronata conferisce concretezza quasi materiale alla sua certezza di fede. Lei rappresenta la felix coeli attraverso cui gli uomini, finalmente pacificati entrano nella casa del Signore. E la Gloriosa Domina, sublimis Inter sidera che siede accanto al figlio, segno tangibile dell’umanità definitivamente redenta, ma con un compito ancora importante, quello di mostrare a noi suo figlio perché sia ancora nostra via e nostra pace. La Madonna, perciò, è Regina. Il titolo di incoronata infatti significa soprattutto questo. La Vergine Santissima, che ha servito Dio come Madre del Redentore, assunta in cielo, partecipa alla regalità del figlio e continua ad esprimere il suo potente patrocinio a favore dei fratelli di suo Figlio Gesù. Lei è, cito il Rituale di Ripabottoni, la “porta del cielo, salute degli infermi, consolazione degli afflitti, l’aiuto dei cristiani, madre di misericordia, madre di Gesù Cristo, vergine fedele, vaso spirituale, rosa mistica, regina dei patriarchi, degli angeli, dei profeti, degli apostoli, dei martiri, dei confessori, delle vergini e di tutti i santi”. Il titolo di incoronata rievoca anche la sua difficile vita su questa terra. In quel titolo si evidenzia il profilo evangelico della vita della Madonna, il suo essere attenta alla sequela di Cristo suo Figlio, in un cammino di fede fatto di ricerca, di silenzio e meditazione, di travaglio della sua adesione a Dio come Madre di Gesù, di dolore, di continuo affidarsi al mistero. La coronazione rappresenta la fine del pellegrinaggio terreno di Maria, la sua esaltazione.
I dipinti eseguiti a olio su tela ci sono anch’essi pervenuti in cattivo stato di conservazione, i supporti tessili in fibra vegetale lino, con armatura a tela (rapporto trama-ordito 1:1).mostravano gravi piegature su se stesse a causa di un allentamento per il mancato telaio di sostegno che li avrebbe dovuti tenere in tensione con sistema di espansione a biette. Tali piegature con il passare del tempo hanno causato lesioni e caduta di preparazione e pellicola pittorica in diverse parti della superficie dipinta. A seguito dello smontaggio dei dipinti dalla macchina processionale si constatava da un’analisi a visiva che i bordi o perimetro delle tele si rilevava la presenza di fori da chiodi, pertanto si desumeva che le opere in precedenza erano posizionate su di un telaio di legno ed inoltre le due tele risultavano circa dieci centimetri più corte rispetto all’area riservata della macchina. Infine si notava la presenza di un’ aggiunta nelle parti in basso dei dipinti avendo fatto uso di una tavola di legno interposta fra i due dipinti con l’estremità fissate con chiodi. La tavola fingeva da supporto nelle parti assenti e un vecchio ritocco a tono uniformava le parti mancanti. È quasi sicuro che le tele erano già esistenti e furono adattate in un secondo tempo alla macchina processionale. La pellicola pittorica con l’aspetto di un olio molto corposo, è stesa con pennellate meticolose quasi come una miniatura, in particolar modo nelle zone dei bianchi, dove risultano decise e nette. Tutta la superficie cromatica appariva indebolita da una diffusa crettatura. Presenza di un deposito superficiale di polvere, estesa su tutta la superficie. A carico della pellicola pittorica si osservano anche delle lacune, di diversa estensione alcune ad andamento reticolare delle quali erano state ritoccate nell’intervento di restauro precedente.

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